venerdì 30 gennaio 2009

Una notte...



Un Angelo solitario,

camminava stanco sul bordo della strada.

Il suo passo malinconico batteva l’aria:

era un volo misteriosamente accorto

a non sfiorare la sciatta luce,

gialla e malata dei lampioni.

La Luna gli sorrise,

e allungò un suo argenteo braccio,

che giocò fra i suoi capelli,

ricche fiamme disordinate illuminate d’oro.

I suoi occhi, grandi e scuri,

accesi di pagliuzze di rubino,

erano l’unico simbolo di angelica dannazione.

La notte sembrava abbracciarlo,

tutto ciò che lo circondava

danzava l’inno di sottomissione

alla sua placida disperazione.

Un boato squarciò il lungo silenzio notturno,

le porte dell’Inferno s’erano aperte,

le sulfuree esalazioni della terra

impregnarono l’aria malsana,

un nitrito, lontano, annunciava l’avvento.

Dalla feccia delle umane convinzioni,

con uno sfolgorante baleno,

si innalzò su un pinnacolo di carcasse insanguinate,

l’orribile Spettro del suo Spirito tentatore,

suo eterno amante e cantore.


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