sabato 25 giugno 2011

Lento come ero sempre stato


...guardai il buio che era già tardi, sentore di polvere inumidita, alla maniera di un suono di violino...
tra il fuori e il dentro in ostinata attesa, disperso nell'aria, in un volo che non ha bisogno d'ali...gioco con gli spiccioli delle mie gesta, in una città stirata con la camicia sudata...a ciascuno il compito di trovare le proprie impronte lasciate sul cielo...coincidenze di un tempo che non tarda mai a venire, in un'ardita confessione di poesia...retaggio dell'icona della ragione imbrigliata in memorie opache e tu non vedi...quando l'età contava le tue ore, ho cambiato le mie parole con le tue...come se fossi il mare che non brama memoria di questo tempo confuso.

E poi cos'altro ancora? E poi più niente!

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